Lauree e lavoro
G:
giornalista
AG: Attilio Giordano
AC: Andrea Cammelli
G:
Il venerdì domani mette in copertina – il venerdì
di Repubblica ovviamente – un bel Vasco Rossi alla guida di una
macchina rossa fiammante. Attilio Giordano è qua in studio con
noi e a lui chiedo di raccontarci brevemente perché questa
foto e qual è il tema del servizio di copertina.
AG:
La foto si riferisce alla laurea honoris causa che è stata
data a Vasco Rossi. E questo, tra l'altro, accade sempre più
spesso: i personaggi più impensabili ricevono delle lauree.
Prendiamo spunto da questa notizia per raccontare – o cercare
di farlo – quanto la laurea ha influito o può influire
sulle carriere delle persone, quanto a volte non è servita a
nulla e soprattutto nel mercato oggi, nella vita reale, se questo
attestato ha ancora un significato per trovare lavoro.
G:
E poi vorrei salutare anche Andrea Cammelli che è il direttore
del consorzio interuniversitario Almalaurea. Buongiorno! Ci dice
intanto esattamente che cos'è Almalaurea?
AC:
Ma... Almalaurea è un consorzio fra, oggi, 42 università
italiane. Mette... Opera da 11 anni e mette insieme tutti i curricula
dei laureati per realizzare 3 obiettivi : che l'Università
conosca meglio sé stessa e le proprie capacità
formative e che le aziende possano accedere più rapidamente al
capitale umano prodotto dalle Università.
G:
Ecco, dunque lei sa bene che cosa va o non va negli atenei e come
proporre i laureati nel mondo del lavoro. Quali sono le lauree più
gettonate e quali quelle che servirebbe, appunto, provare a
distribuire di più in Italia?
AC: Ma, sa... Intanto, rispetto al discorso che facevate prima, mi pare di poter dire che intanto una laurea vale sempre almeno 7-8 punti percentuali in più sul piano dell'occupazione, rispetto ai diplomati di scuola secondaria superiore. Voglio dire, insomma, che è un investimento che finora ha sempre reso molto. È vero che paga qualche prezzo, particolarmente negli ultimi anni... L'occupazione dei laureati ha le difficoltà complessive che il paese sta attraversando e che ovviamente si riverberano anche e soprattutto sui laureati, nel momento in cui non si investe in ricerca, sviluppo, innovazione e c'è poca competitività a livello internazionale. In questo contesto, certo le lauree scientifiche, diciamo così, sono quelle che hanno più rapidamente uno sbocco positivo sul mercato del lavoro. Dico più rapidamente perché non è che le altre abbiano tassi di occupazione così bassi come qualche volta si dice. In realtà realizzano, in tempi più lunghi però, – tre, quattro o cinque anni – quelle capacità che hanno sviluppato nel corso degli studi.
Quindi
c'è, diciamo, una politica di due tempi: chi esce da
Ingegneria, da Architettura, da facoltà scientifiche si piazza
più rapidamente, con elevati indici anche di stabilità
– devo dire – ; chi esce dalle facoltà umanistiche
ha un più ampio ventaglio al quale fare riferimento, fa più
fatica inizialmente ma debbo dire che nel corso dei 5 anni –
Almalaurea fa indagini a 1, 3, 5 anni dalla laurea – troviamo
degli ottimi tassi occupazionali.