Intervista a Boeri  Il nostro “bosco verticale” unico al mondo”- Fanpage

 

 

(Il bosco verticale) rappresenta soprattutto il coraggio di una città che accoglie la sfida di portare dentro nel suo cuore, dentro nella sua parte più costruita e più densa un mondo variegato di piante di alberi di arbusti - questa è la vera innovazione  - cioè portare in altezza, su una superficie di 1500 m2, l’equivalente di due  ettari di bosco come quantità di alberi, piante, mondo  vegetale; è una cosa che non si era mai fatta nella storia dell’architettura, nella storia delle città, quindi questo senso per Milano…… questo può essere davvero un grande simbolo di una città che sta cercando un nuovo rapporto con la natura e con l’agricoltura.

C’è stata una ricerca importante, una ricerca applicata perché non avevamo tempo per retoriche o accademie, quindi è stata una ricerca che ha portato a lavorare, con noi, botanici, etologi, ingegneri strutturisti, studiosi di impiantistica, una grande ricerca con un investimento importante da parte del developper di (incomprensibile) …, che io ringrazio e che, però, per oggi ci può dire che noi, oggi, siamo in grado di offrire a tutto il mondo della costruzione, dell’architettura , dei materiali, delle informazioni utili per replicare questa esperienza, in modi diversi,  ma questo è un grande passo in avanti.

Ci sono tanti ingredienti della sostenibilità, alcuni hanno a che vedere con la riduzione del traffico privato, altri hanno a che vedere con l’aumento delle quote di verde, altri hanno a che vedere con alcune innovazioni nel sistema impiantistico distributivo, pensate a come, per esempio, per Milano il tema dell’acqua sia un tema importante, anche nel senso della sostenibilità, le pompe di calore - come dire - che riducono i consumi di suolo grazie alla geotermia

Io penso che questa esperienza sia unica, perché noi stiamo portando una specie di concentrato di varietà vegetale e faunistica all’interno del cuore di una città e quindi quello che posso dire  (è) che, se ci fossero non una, non due, ma dieci, venti torri di bosco verticale, forse Milano vivrebbe meglio, anche perché collegare queste torri con dei sistemi a terra di parchi, giardini ,di viali alberati, costituirebbe dei corridoi ecologici che, in qualche modo, facilitano la qualità dell’aria, la qualità della vita e anche la  -come dire - il ritorno, la ricolonizzazione di specie faunistiche che hanno abbandonato la città.

È anche un progetto concreto che, per la prima volta, fa un esperimento che non si era mai fatto, nessuno viene oggi nel mondo a Milano, se non c’è una ragione molto forte, come quella di vedere una cosa che non si era mai fatta nella storia dell’umanità.