L’opinione dell’Head Hunter

Leggi l’intervista al più famoso «cacciatore di teste» italiano e indica se le affermazioni sono vere o false

La videocandidatura prenderà piede, le aziende si stanno già attrezzando.

«Ottimo metodo, ma non sia amatoriale»

Massimo Rosa, professione head hunter: cerchiamo i profili più qualificati, ben vengano i candidati in video

MILANO - Il loro compito è individuare sul mercato le figure a più alta professionalità e qualificazione, top manager e quadri o profili professionali di livello comunque superiore. Gli «head hunter», i cacciatori di teste a cui le grandi aziende si rivolgono per una selezione del personale più mirata e raffinata, vedono passare sotto i loro occhi centinaia di curriculum ogni giorno e da qualche tempo sono in aumento quelli in forma di filmato. Massimo Rosa è uno di loro, probabilmente uno dei più conosciuti in Italia. Nel suo sito Internet si presenta facendo il verso a James Bond, con un trapano in pugno al posto della pistola, appoggiato alla spalla come Sean Connery nelle più classiche pose da cartellone dell'agente 007. «Quando nel 1990 ho iniziato ad occuparmi di risorse umane fra i competitors italiani del settore – racconta Massimo Rosa, uno dei più quotati “head hunters” italiani – ho usato un logo d'impatto riconoscibile per differenziarmi e ho impugnato un trapano per “urlare” le cose che facevo». Il richiamo all'agente segreto non è del tutto campato per aria: una parte del suo lavoro, infatti, ha un approccio di tipo investigativo.

Come si interfaccia un potenziale candidato con l'head hunter? «Generalmente l'head hunter utilizza in maniera quasi esclusiva il suo network di conoscenze e da esso “estrae” se non direttamente i profili ricercati, almeno le informazioni per reperirli in altri modi. A riprova di quanto le conoscenze personali siano determinanti per il successo è sufficiente dare un'occhiata ai curriculum vitae degli head hunter stessi e verificare come praticamente tutti provengano da importanti esperienze maturate in posizioni di vertice presso grandi organizzazioni industriali. Nel nostro lavoro abbiamo forti ed intensi momenti di comunicazione bi-direzionale: non è inconsueto infatti che l'head hunter “utilizzi” gli stessi candidati potenziali per richiedere informazioni, referenze se non addirittura aiuti per l'espletamento di altri incarichi». Qual è il filo che lega aziende, head hunter e profili di lavoratori? «Un head hunter non è solo un trait d'union tra l'azienda committente e il candidato potenziale, ma ricopre una posizione più strategica e significativa. Deve conoscere perfettamente le esigenze aziendali e i dettagli della job description e non si può limitare a rilevare in maniera meccanica tali dati ma deve saperli interpretare, quasi si trattasse di leggere il “linguaggio azienda” e parlare poi nel “linguaggio mercato”. La maggior parte dei clienti degli head hunter sono clienti consolidati e serviti da lungo tempo, come d'altra parte gli stessi candidati sono persone conosciute e seguite spesso sin dagli inizi della loro carriera». Quali sono i vostri metodi di selezione? «Spesso è più difficile selezionare un neo-laureato che non individuare un dirigente da 100.000 euro. E questo perché nel primo caso il selezionatore si deve basare esclusivamente sulle “potenzialità” essendo infatti in assenza di pregresse esperienze che possano confermare il “saper fare” del candidato, nel secondo caso, la storia professionale stessa del profilo parlerà di cosa sarà in grado di fare in futuro. Questo per dire in pratica che il background professionale costituisce la percentuale maggiore di indagine che un HH attua nel valutare un profilo». Quanto è diffuso il fenomeno in Italia? «Da noi il mercato degli head hunter è regolamentato da una rigida normativa. Gli operatori vengono definiti come “soggetti che svolgono attività di consulenza per le direzioni aziendali, al fine di risolvere una specifica esigenza dell'organizzazione del committente, attraverso l'individuazione di candidature idonee a ricoprire una o più posizioni lavorative in seno all'organizzazione medesima”. Questa regolamentazione è generale e racchiude nel suo complesso tutti gli operatori del settore ricerca e selezione del personale. In realtà gli head hunter puri sono solamente una minima parte: una trentina di soggetti in tutta Italia». I video curriculum e le nuove frontiere comunicative fanno colpo sulle aziende? Verrebbe da dire di no pensando che in molti uffici si fa ancora fatica a sapere cosa sia un file Pdf e come poterlo leggere… «La televisione da anni educa noi ed i nostri figli con la regola che è meglio apparire che essere. Le aziende ed i loro recruiters hanno quindi iniziato a visionare i video-cv. Negli Usa questo metodo di presentazione sta rivoluzionando il mercato della ricerca e offerta di lavoro. Stando ad alcuni sondaggi, il 65% delle imprese ritiene che la video-candidatura diverrà a breve parte integrante del processo di selezione. Ovviamente come in ogni stadio evolutivo che si rispetti incontreremo ancora aziende dove sarà impensabile inviare anche solamente un curriculum, tramite e-mail, ma per quanto riguarda la stragrande maggioranza degli uffici del personale nel breve periodo è prevedibile che saranno perfettamente attrezzati per visionare i file grafici ed i filmati». Quale consiglio si può dare a chi vuole tentare la strada dell'autocandidatura attraverso un filmato? «Prima di realizzare il video-cv documentatevi, scaricate un manuale on-line o comunque fatevi aiutare da chi potrebbe dare al vostro prodotto finale un aspetto professionale. Una versione amatoriale, improvvisata o comunque non in linea con il vostro profilo professionale potrebbe essere devastante per le vostre opportunità di crescita professionale». Quali sono i principali profili ricercati dagli head hunter? «Descrivere con esattezza quali siano i profili professionali maggiormente ricercati dagli HH credo sia una impresa impossibile, non fosse altro per la dinamica e la ciclicità del mercato del lavoro che nell'arco di pochi mesi si trasforma per adattarsi alle richieste di una economia globale, e quindi cambia continuamente esigenze. E' però possibile stilare un elenco di quelle che sono le caratteristiche evergreen che i top manager devono necessariamente possedere: predisposizione al raggiungimento dei risultati, leadership, general management, conoscenza del Profit & Loss, vision e conoscenze internazionali, integrità e moralità».

1. Gli head hunter sono:
A) selezionatori di personale
B) investigatori privati

2. L’oggetto contenuto nel suo logo che fa il verso a 007 è:
A) una pistola
B) un trapano

3. L’Head Hunter trova il suo potenziale candidato:
A) attraverso la sua rete di conoscenze
B) attraverso grandi organizzazioni industriali

4. La quasi totalità degli Head Hunter:
A) utilizza i candidati potenziali per richiedere informazioni
B) Ha avuto in passato un lavoro di alto livello in una grossa società industriale

5. Gli Head Hunter seguono con regolarità sempre gli stessi:
A) clienti
B) clienti e potenziali candidati

6. Nella scelta del candidato ideale la caratteristica più importante per un Head Hunter è:
A) le potenzialità del candidato
B) il background professionale del candidato

7.Gli Head Hunter in Italia sono:
A) più di 100
B) meno di 50

8. Per la grande maggioranza degli uffici in breve tempo:
A) sarà possibile visionare i file grafici e i filmati
B) non sarà possibile visionare i file grafici e filmati

9. Il video curriculum deve essere:
A) in linea con il profilo professionale del candidato
B) In linea con le esigenze del cliente

10. I principali profili ricercati dagli Head Hunter:
A) non possono essere prevedibili a causa della mutabilità del mercato
B) devono necessariamente possedere determinate caratteristiche comuni.